L’insegnamento più importante che ho ricevuto

e che porto con me ogni giorno

Questa è il mio articolo per il nuovo vecchio contest della comunità italiana Olio di Balena, UNTO&BISUNTO

Come al solito, con i miei soliti tempi, eccomi qua a partecipare a questo bellissimo contest che ci permette di entrare in contatto con molti utenti su temi importanti delle proprie vite.

Per capire l'insegnamento più importante che ho ricevuto e che porto con me ogni giorno, partirei da una citazione

“Non chiederti cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te. Chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni di squadra.”

(Magic Johnson)

Non a caso la citazione viene da un fenomeno del basket (che come i più sapranno è il mio sport preferito).

In più di 30 anni che calco i parquet (quando me dice bene) di quasi tutta Roma, ho imparato una cosa importante:

FAI SEMPRE DEL TUO MEGLIO!

In campo sono sempre stato uno che più che guardare ai punti segnati, faceva in modo di lasciare l'onore del tabellino agli altri, ma si smazzava sul lato del campo in cui c'era da fare il culo e da recuperare la palla.

Ricordo come fosse oggi quando all'età di 14 anni ricevetti la mia prima convocazione in Promozione, nel basket dei grandi, contro una delle squadre favorite del Campionato, Sora.
Ogni volta le partite a Sora erano durissime, sia per il valore della squadra di casa, sia per l'ambiente sugli spalti. Finire le partite punto a punto significava perderle negli ultimi minuti per il calore del pubblico. Lì o eri nettamente più forte (ed era difficile), o le partite le perdevi. Era matematico.

Quel giorno, venni convocato per la prima volta con la prima squadra. Io ero un piccoletto allora, non arrivavo nemmeno a 1 metro e 50 e forse non raggiungevo i 55 kg...il classico mingherlino. Quel giorno, sapevo che avrei probabilmente fatto 40 minuti di panca.

Iniziammo la partita abbastanza bene, buon gioco, buoni tiri...ma il loro play era veramente forte.
Dopo 5 minuti iniziò a fare sul serio, era incontrastabile. A nulla servirono i cambi difensivi e il passaggio alla zona. Segnava da ogni punto del campo.
Alla fine del secondo quarto, alla pausa lunga, eravamo sotto di 20.

Si va negli spogliatoi per parlare della partita. Qualche consiglio difensivo e si ritorna in campo per un breve riscaldamento.
Gli arbitri fanno segno che si ricomincia e io torno al mio posto in panchina.

• "Giorgio, entra al posto di Andrea! Marcati il play!"

Era il mio momento. Certo, sotto di 20 era praticamente il cambio della resa sulla carta. Quello che fai entrare 5 minuti per dirgli che almeno non ha fatto 160 km per farsi 40 minuti di panchina. Lui e il padre sugli spalti.
Difesa a uomo. E dovevo marcare quello che fino a quel momento ci aveva fatto il culo...che culo! Grazie coach!

Non sapevo come potevo fare ad arginare quel giocatore...in fondo se non ce l'aveva fatta un titolare più grosso e con 30 kg in più di me addosso, come potevo pensare di farcela io?!

Si riparte, mi attacco a lui come un francobollo. Il mio unico intento era quello di rendergli la vita difficile dando tutto me stesso...e ci riesco!
I minuti passano, io gli sto appiccicato, difendo e lui non segna. Una, due, tre azioni. Non segna più per tutto il quarto.
Dai 40 minuti di panca, mi ero guadagnato tutto un quarto di gioco. E un quarto ancora fotocopia del precedente.

In quella partita lui non segnò più e io feci 2 punti in contropiede.

Finita la partita, fuori dal campo di gioco, mentre attendevamo gli altri per andarcene, una frase del mio coach/presidente dell'epoca che mi rimarrà impressa sempre nella mente

• "Gio', complimenti! Sei stato il migliore in campo! Io ti avevo portato col pensiero di doverti far fare 40 minuti di panchina e sentirmi pure in colpa...se sapevo che avresti giocato così, ti avrei messo in campo prima!"

Quella partita la perdemmo comunque di 11 punti, ma io avevo dato tutto in campo e ad oggi è come se l'avessi vinta.

Qualche anno dopo, sempre un episodio sul campo che non dimenticherò mai.
Avevo circa 17 anni. Quell'anno non era stato dei migliori per vittorie e per ambiente nello spogliatoio. A molti non piacevano i metodi dell'allenatore che per problemi personali spesso mancava agli allenamenti e veniva sostituito.
Il coach era molto bravo invece e aveva un periodo pesante in famiglia (cosa che seppi molti anni dopo).
Stavamo giocando malissimo una partita di Campionato Juniores, palle perse, tiri presi fuori ritmo e fuori ogni concezione cestistica, azioni che duravano 10 secondi. Stavamo infatti perdendo di 25.
Ad un certo punto, dopo l'ennesimo tiro forzato e sbagliato, scatta il loro ennesimo contropiede e io rincorro i 3 di loro che si erano lanciati all'attacco.
Segnano.
L'arbitro fischia il timeout richiesto dal nostro allenatore.

• "Tutti fuori tranne Giorgio! ... Avete rotto il cazzo! Dobbiamo recuperare la partita e oltre a prendervi tiri di merda, l'unico che rientra è lui! Pure se stiamo sotto di 30, dovete giocare come se stessimo punto a punto!"

Anche quella partita la perdemmo...probabilmente perchè ero l'unico che aveva dato tutto fino alla fine.

Se fai sempre del tuo meglio, non importa il risultato che raggiungi.
Non avrai comunque rimpianti!

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